Partiamo dall’etimologia della parola domanda.
Per cominciare a riconoscere le diverse tipologie di domanda, per dialogare al meglio con i nostri figli, vediamo un po’ di etimologia. In genere usiamo questi 3 verbi: chiedere, domandare, interrogare.
Chiedere dal latino quaerere: cercare di ottenere qualcosa (per esempio durante l’inquisizione le domande venivano usate per estorcere informazioni o contenuti mortificanti e persecutori).
Interrogare dal latino inter– e rogare: proporre una legge (rogazione, area legislativa e giudiziaria) oppure chiedere per accertarsi che uno sappia qualcosa per trarre dalle sue risposte un giudizio.
Ad esempio, durante un’interrogazione vengono poste domande per controllare che l’alunno abbia studiato.
Domandare dal latino de-mandare: consegnare a qualcuno o affidare a qualcuno (dimensione relazionale, reciprocità e scambio). Rivolgersi con parole a qualcuno per ottenere risposta.
All’interno del domandare possiamo riconoscere questi 3 temi:
- Tema della reciprocità: mezzo di riconoscimento e auto-riconoscimento;
- Potenziale creativo: strumento per suscitare un nuovo modo di vedersi e collocarsi nella realtà;
- Potenziale generativo: svela il contrasto tra ciò che so e ciò che potrei sapere: ciascuno può sviluppare la capacità di farsi e fare domande.
COME DISTINGUERE LE DIVERSE DOMANDE
Facciamo ora una prima importante distinzione fra domande reali (maieutiche o generative) e domande illegittime o di controllo (finte domande) che servono solo a chi le fa.
- Domanda maieutica: Essa pone una questione su cui l’altro è invitato a riflettere ed esprimersi con una sua libertà (generativa). Nel Teeteto Socrate introduce un nuovo modo di domandare: ovvero utilizzare la domanda come tecnica per far emergere la verità. Il filosofo infatti, non trasmette conoscenza ma permette all’interlocutore di arrivare autonomamente alla verità: per Socrate è l’arte del far nascere ciò che è presente in ciascun individuo. La domanda maieutica è una domanda generativa ed ha lo scopo di stimolare. Importante è tenere elevato l’interesse del discepolo. In questi termini la domanda diventa strumento di libertà anche se non dà sempre conferme a chi le pone: non si tratta di accumulare conoscenze ma di tenere alto questo desiderio di scoperta e favorire il dialogo.
- Domande illegittime o false o di controllo: in qualche modo contengono già degli ordini o dei comandi. Possono avere molte funzioni e a volte sono in grado di mascherarne alcune. Sono dei veri tranelli e servono solo a chi le fa: hanno un’implicazione unilaterale e si collocano su un asse non generativo. Chi le pone, infatti, conosce già la risposta ma al tempo stesso ne pretende una esatta. A volte impongono un comportamento in modo più o meno esplicito. Le domande di controllo se si collocano all’interno di una relazione di vario genere (genitoriale, amicale, di lavoro, di coppia) consentono di controllare l’altro sotto vari profili tra cui:
- Verificare qualcosa di nostro interesse;
- Indurre un comportamento;
- Esprimere un giudizio.
Il mio punto di vista
Alla luce di quanto detto sulla domanda possiamo cominciare a porci in un altro modo verso i nostri figli o alunni quando facciamo le nostre domande. Infatti si possono utilizzare le domande generative che stimolano la loro curiosità e il loro interesse, mentre invece vanno evitate le domande false e manipolatorie.
Più di una volta mi sono trovata davanti a famiglie nel panico, ragazzi sfiduciati, genitori sfiniti, insegnanti che si arrendono. Introducendo nelle nostre parole questa attenzione al “cosa si dice” possiamo, come se fosse un gioco, cambiare la direzione delle cose.
Certo non aspettiamoci un risultato facile ed immediato ma posso dirvi, per esperienza personale come madre e come insegnante, che situazioni che sembrano insormontabili improvvisamente diventano un giogo leggero. Mi riferisco anche quanto oggetto di un mio precedente articolo riguardante i compiti a casa e le fatiche dei genitori.
La soluzione spesso sta in un’idea semplice, sarà sufficiente uscire dagli schemi da cui siamo incatenati per trovarla.
Non solo lo stress si riduce ma si inizia una attività piacevole e appagante, nella quale la nostra presenza da invadente diventerà pervadente, stimolerà anche la nostra creatività e sarà fonte di gioia anche per noi. Provare per credere!
“Da me non hanno imparato mai nulla, ma da loro stessi scoprono e generano molte cose belle” Platone – Teeteto